I genitori di neonati nati molto prematuri sono a rischio molto più elevato di soffrire di depressione e ansia rispetto ai genitori di bambini sani, nati al termine della gestazione.
L’immagine classica di un neonato felicemente accoccolato tra le braccia degli orgogliosi genitori la conosciamo tutti. Molti di noi hanno la fortuna di averne una sulla mensola del caminetto, ma alcune famiglie non hanno l’opportunità di scattare questa fotografia.
I bambini che arrivano troppo presto, che spesso pesano meno di un chilogrammo, sono trasportati di corsa al reparto di Terapia Intensiva Neonatale, lontano dai loro genitori per una lotta alla sopravvivenza.
I bambini sono classificati come prematuri quando nascono prima della 37esima settimana di gestazione.
All’interno di questo gruppo, chi nasce prima della 32esima settimana è classificato come molto prematuro. In Australia, più di 5.000 bambini nascono molto pretermine ogni anno, e sono proprio questi bambini che sono a maggior rischio di andare incontro a una vasta gamma di esiti avversi.
Un nuovo bambino cambia la vita a tutti i genitori, ma per coloro i cui bimbi sono nati troppo presto, le sfide possono essere immense.
Un’interessante ricerca pubblicata su JAMA Pediatrics segnala livelli preoccupanti di stress psicologico sia nelle madri che nei padri di bimbi molto prematuri. I ricercatori hanno attentamente seguito queste famiglie, valutando la salute mentale dei genitori ogni due settimane per le prime dodici settimane dopo la nascita, poi di nuovo sei mesi dopo.
Nelle settimane immediatamente dopo la nascita dei loro bambini, il 40% delle madri e il 36% dei padri ha sperimentato sintomi clinicamente significativi di depressione. Questo comparato con solo il 6% delle madri e il 5% dei padri di bambini sani, nati a termine della gestazione.
I tassi di ansia erano ancora più elevati per quasi la metà di entrambi le madri e i padri. Fortunatamente, i sintomi sono migliorati nel corso delle prime dodici settimane. Quando i ricercatori hanno rivalutato i genitori sei mesi dopo, però, il 14% delle madri e il 19% dei padri erano ancora stressati, rispetto al 5% delle madri e il 6% dei padri di bambini nati a termine della gestazione.
Vi erano poche evidenze di cambiamenti nello stress psicologico dei genitori in relazione alla gravità medica, al tempo di trasferimento o dimissione dall’ospedale, o ad altri fattori familiari.
Il 40% delle madri e il 36% dei padri di bambini molto prematuri hanno sperimentato sintomi clinicamente significativi di depressione
Sotto molti aspetti, non è sorprendente che i genitori di bambini prematuri siano a rischio molto più elevato di depressione e di ansia rispetto ai genitori di bambini sani, nati a termine delle gestazione. Le loro esperienze sono molto diverse.
I genitori di neonati prematuri molto spesso descrivono grande paura, shock, senso di impotenza e aspettative non soddisfatte, così come l’inerente separazione dai loro bambini.
In media, i bambini molto prematuri dello studio, sono rimasti in ospedale per circa tre mesi – tutt’altra cosa rispetto ai pochi giorni successivi a un parto semplice. Il percorso di un bambino attraverso l’unità di terapia neonatale intensiva spesso non è liscio, cosa che mette a dura prova le famiglie in una infinità di modi.
Vi è anche l’impatto del lutto – molti genitori parlano del senso di perdita che sentono per la gravidanza, il parto e il bambino che avevano immaginato.
Uno degli aspetti più rilevanti, e che più di ogni cosa causano sofferenze, è legato alla difficoltà a sentirsi genitori. La mancanza del contatto fisico, le continue preoccupazioni sullo stato di salute e le angosce di morte rendono complessa la costruzione della propria genitorialità e il legame con il bimbo.
Si riscontra, inoltre, una vera e propria asincronia temporale, data dal continuo sentirsi fuori tempo (il bambino è nato troppo presto, il genitore deve restare in sala d’attesa per aspettare di vederlo, toccarlo, etc..). Anche questo è un aspetto profondamente disorientante che alimenta, insieme al senso di impotenza, una profonda spaccatura con la realtà.
Per ulteriori riflessioni, vi rimando al romanzo “Come Respira una Piuma“, un romanzo sulla genitorialità con bimbi nati pretermine.
La depressione del padre è spesso trascurata
I padri di bambini prematuri sono stati in gran parte trascurati nella ricerca fino ad oggi. Questo studio sembra essere stato il primo a considerare la salute mentale dei padri in questo modo.
E’ stato rilevato che i padri non erano meno suscettibili alla depressione e all’ansia rispetto alle madri. Questo differisce da tassi riportati nella popolazione generale, che mostrano che gli uomini hanno una minore incidenza di depressione e ansia rispetto alle donne, a prescindere dal fatto che siano padri o meno.
Ci sono alcune ragioni possibili per questi nuovi dati. In primo luogo, non vi è alcun dubbio che l’esperienza dell’unità neonatale di terapia intensiva possa essere molto stressante sia per le madri, che per i padri.
Tuttavia, è importante sottolineare che i padri spesso hanno pressioni uniche. Molti uomini hanno descritto di essersi sentiti divisi tra i loro partner e il loro bambino, entrambi bisognosi di un supporto supplementare. Spesso riprendevano a lavorare, destreggiandosi tra mille responsabilità, soprattutto quando avevano altri bambini a casa.
Molti hanno anche raccontato delle difficoltà a impegnarsi in modo significativo in un ambiente dove l’attenzione è tradizionalmente concentrata sulle madri.
Cosa si può fare?
E ‘importante che i genitori sappiano che, per molte persone, il malessere sofferto dopo aver avuto un bambino prematuro migliora davvero nel corso dei primi mesi. Questo può rappresentare un periodo di adattamento.
Tuttavia, poichè i genitori nello studio mostravano ancora, sei mesi più tardi, tassi più elevati rispetto alla loro controparte di genitori di bimbi nati a termine, è anche importante essere consapevoli che le sfide per queste famiglie non finiscono quando lasciano l’ospedale.
I ricercatori sapevano, da precedenti ricerche, che le madri hanno tassi maggiori di malessere psicologico, due e sette anni dopo aver avuto un bambino molto prematuro.
È importante che gli operatori sanitari che lavorano con queste famiglie monitorino attentamente i genitori per individuare segni di depressione e ansia a intervalli regolari durante la degenza in ospedale e dopo, e che si assicurino che ricevano un sostegno adeguato. Questo supporto deve continuare ben oltre il periodo post-natale tradizionale.
E ‘chiaro che dobbiamo essere più consapevoli del benessere dei padri. Molti dei padri dello studio riferiscono di esser rimasti sorpresi che i ricercatori fossero interessati a come stavano anche loro, ed erano grati per questo.
Questo articolo parla della famiglia nucleare tipica composta da una madre e il padre, ma naturalmente c’è anche molta diversità nelle famiglie. Questa consapevolezza in più ed un supporto supplementare devono essere riservati a tutti i caregivers e le persone coinvolte nella nascita di un bambino.
A tutti i genitori, a volte, bisogna ricordare di prendersi cura di se stessi. Numerosi studi mostrano che la salute mentale dei genitori è importante per lo sviluppo dei bambini. I genitori di bambini molto prematuri, ricevendo il sostegno di cui hanno bisogno, non solo potranno migliorare il loro stesso benessere, ma si impegneranno per aiutare a proteggere anche questi bambini vulnerabili.
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Come evidenziato dall’articolo, contrariamente a quanto si riteneva in passato, forse influenzati dai ruoli che caratterizzano la nostra cultura, i padri sono significativamente coinvolti nella nascita di un figlio, tanto quanto lo sono le madri. Se non necessariamente negli aspetti di cura pratici, sicuramente lo sono da un punto di vista emotivo, affettivo. Eppure il fatto stesso che esista nella clinica psichiatrica il termine “maternity blues” e non il corrispettivo maschile, dovrebbe farci riflettere su quanto poco sia tenuta in considerazione la salute psicologica dei neo-padri.
I risultati dello studio non dovrebbero dunque sorprenderci: i padri soffrono psicologicamente tanto quando le madri, ciononostante spesso, l’attenzione, e la preoccupazione è focalizzata esclusivamente sulle madri.
L’aspettare un figlio, il periodo della gravidanza e la nascita di un bimbo sono momenti delicati per i futuri e neo-genitori, che devono confrontarsi con tante questioni fondamentali: le aspettative su di sè come genitori e sul futuro figlio, il riflettere su come educare il futuro figlio e far fronte alle difficoltà che questo comporta, i cambiamenti che un nuovo membro della famiglia potrà determinare nella coppia. La relazione “fantasmatica” cioè del nostro mondo interiore, col proprio figlio, comincia ben prima della sua presenza effettiva nel mondo.
Se a tutto questo si aggiunge la preoccupazione per la salute fisica, e a volte, anche per la sopravvivenza, del proprio figlio, la depressione e l’ansia possono esssere delle risposte diffuse.
La ricerca in materia ha posto l’accento su quanto il benessere
psicologico dei genitori abbia una ricaduta significativa nell’interazione col neonato e col bimbo nei primi mesi – anni di vita. Anche per questo è importante dare una voce al proprio soffrire chiedendo aiuto ad un professionista della salute mentale, che possa aiutare i futuri genitori ad occuparsi del proprio star male e delle proprie preoccupazioni.
Articolo tradotto e rielaborato dalla Dott.ssa Martina Trinchieri
Ascolta la lettera di Marcello Florita, vincitrice in una categoria del Festival delle Lettere, interpretata da Vinicio Marchioni e che racconta l’esperienza di genitorialità con bambini nati pretermine. (La lettera è ispirata al romanzo “Come Respira una Piuma“).